Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni considerati clinicamente rilevanti e persistenti. L’ossessione, che deriva dalla parola latina “obsidére” (assediare, bloccare, mantenere occupato), è una rappresentazione mentale di diverso tipo, può trattarsi di un’immagine, un’idea, un pensiero, un impulso, una paura , che ha le seguenti caratteristiche:
si immette nelle catene ideative associative, contro la volontà del paziente, in modo iterativo, stereotipato e persistente (psichismo parassita);
è oggetto di continua rimuginazione da parte del soggetto;
è riconosciuta dal soggetto come patologica: egli sa che è una rappresentazione della sua mente, ma non la riconosce come appartenente al suo patrimonio ideo-affettivo;
è vissuta sempre con angoscia, spesso con ribrezzo e senso di colpa, perché anche se riconosciuta come insensata, stravagante, ridicola o eccessiva, può essere contemporaneamente sentita come immorale, indecente o criminale. Il soggetto cerca di cacciarla dalla mente con ogni sforzo, ma inutilmente (psichismo di difesa).
Le ossessioni sono sempre accompagnate da un certo livello di stress che nasce dal fatto che spesso tali idee sono assurde e incomprensibili, a volte ripugnanti. La persona che le subisce è impegnata in una lotta vana e sfibrante per liberarsene e non riesce a pensare ad altro.
Le ossessioni non se ne vanno e la continua presenza di queste idee compromette la capacità di prestare attenzione, di concentrarsi, di pensare e, quindi, di lavorare e vivere serenamente.
La compulsione, dal latino “compellere” (costringere), chiamata anche anancasmo, dal greco “ananke” (violenza, costrizione, necessità naturale, fato, destino), è un comportamento ripetitivo o un’azione mentale, molto spesso a carattere simbolico, che ha lo scopo di opporsi fantasticamente agli effetti dei vissuti ossessivi e a prevenirne o a ridurne il disagio (cerimoniali di difesa). In altre parole, il paziente cerca nel rituale un compromesso, una sorta di relazione magica di potere con il suo mondo interno ed esterno. In certi casi il rituale è estremamente complesso costituendo un vero e proprio cerimoniale, dai tratti a volte grotteschi.
Le compulsioni sono comportamenti o atti mentali che una persona ripete molte volte di seguito (ripetitivi), rendendosi conto di quello che fa (intenzionali) e che hanno un significato preciso (finalizzati).
La caratteristica principale cognitiva, nel disturbo ossessivo è il “dubitare”.
Il paziente ha il timore di compiere gesti immorali, di perdere il controllo, di non ricordare come si è comportato, di non aver preso precauzioni, ha dubbi riguardo ai suoi sentimenti. Dubbio questo che non può essere risolto in modo razionale. L’ossessivo si focalizza principalmente sulle fantasie che ciò di cui ha paura diventi reale. La condizione di dubbio lo fa agire nel tentativo di risolvere, con le stereotipie compulsive, cercando di trovare sicurezze che normalmente nessun ragionamento gli garantisce.
Le compulsioni, come le ossessioni, fanno parte della vita di tutti: ogni persona ha dei comportamenti ritualistici (seguire certi percorsi stradali invece di altri, vestirsi in un certo medo in certe occasioni, pensare che alcune cose porteranno sfortuna, etc.). Le compulsioni devono essere, invece, considerate sintomi, quando provocano marcata sofferenza psicologica alla persona o quando ne limitano il mondo degli affetti e del lavoro. Le compulsioni sono spesso, ma non sempre, messe m atto in risposta ad una ossessione.
Molti atti di tipo ritualistico possono essere correlati con il Disturbo Ossessivo Compulsivo: gioco d'azzardo, staccarsi i capelli, imbarazzo per parti del proprio corpo considerate brutte, tics, mangiare compulsivo. Le compulsioni sono ripetute numerose volte: la persona si sente internamente obbligata a seguire un certo rituale, si rende conto che la spinta viene da dentro di se, ma non può farne a meno.
Tipi di ossessioni e compulsioni
La semiologia delle ossessioni e delle compulsioni è vasta poichè coesistono più tipi di ossessioni e compulsioni. Si distinguono quattro forme cliniche maggiori:
I washers: il disturbo è caratterizzato da rituali di lavaggio con ossessioni fobiche di contaminazione che si osserva maggiormente nel sesso femminile. Le ossessioni fobiche riguardano per lo più il timore dello sporco, dei germi, dei contaminanti tossici, degli agenti cancerogeni, delle radiazioni. I rituali di pulizia (“neutralizzazione”) costringono, molto spesso, il paziente ad attività ripetitive di lavaggio e disinfezione anche più volte al giorno.
I checkers: il disturbo è caratterizzato da ossessioni dubitative e di indecisione con compulsioni di controllo. (Maggiormente presente nel sesso maschile). Le ossessioni dubitative riguardano per lo più il timore di non aver eseguito correttamente incombenze quotidiane, il timore di far del male a sé o ad altri, o di dire e/o fare cose imbarazzanti. I rituali di controllo costringono il paziente a continue ed estenuanti verifiche, nonché a minuziose ricapitolazioni di quanto è stato fatto o detto nel corso della giornata.
I pure obsessive: il disturbo è caratterizzato dalla presenza di ossessioni che si presentano isolate in assenza di compulsioni. Le idee ossessive sono prevalentemente di tipo aggressivo, sessuale o religioso.
Lentezza primaria: il disturbo, in tal caso, è caratterizzato dall’assenza di ossessioni, compulsioni ed particolari stati d’ansia. Ogni azione quotidiana del paziente è pervasa da un’estrema lentezza: ore per fare colazione, rasarsi, vestirsi, lavarsi, e per ogni altra minima attività quotidiana.
Oltre a questi cluster psicopatologici classici esistono altre forme cliniche quali:
I ruminativi: il paziente trascorre la maggior parte del tempo rimuginando su questioni generiche, irrisolvibili, molto spesso a carattere filosofico e religioso, etico, sociale. Tali pensieri non pervengono quasi mai a una conclusione, causando, così, nel soggetto un grave disagio e una forte insofferenza. Frequenti sono i sentimenti di incompletezza e insoddisfazione e gli scrupoli.
Gli Hording, ossia soggetti che tendono ad accumulare che non riescono a gettare nulla e accumulano, per esempio, montagne di oggetti e vecchie riviste.
Alcuni pazienti presentano ossessioni e rituali numerici generalmente associati a ripetitività, necessità di ordine e simmetria.
Una piccola percentuale di pazienti con disturbo ossessivo-compulsivo presenta una totale mancanza di insight, ossia una resistenza alle ossessioni pressoché nulla o talmente radicata da costituire il problema dominante e da assumere una modalità “delirante”.